Un Living Lab è un’infrastruttura per la sperimentazione di nuove tecnologie in condizioni reali in un contesto geografico circoscritto e in un arco di tempo limitato, con l’obiettivo di testarne la realizzabilità e il grado di utilità per gli utenti finali (cittadini, imprese, beneficiari, etc). L’interazione con gli utenti permette un continuo miglioramento della tecnologia al fine di migliorarne le caratteristiche in vista di una sua applicazione su più larga scala.
Elementi che definiscono i Living Lab:
1. coinvolgimento attivo e costante degli utenti finali (users): – gli utenti coinvolti devono essere quelli che effettivamente usano il prodotto/servizio che si intende testare/validare – gli utenti coinvolti possono essere singoli cittadini, associazioni, imprese, istituzioni – il numero di utenti coinvolti è variabile in relazione alla tipologia di prodotto/servizio che si intende testare/validare – il coinvolgimento degli utenti deve avvenire in condizioni reali, legate cioè a normali ambienti di vita e/o lavorativi (non ambienti artificiali) – il coinvolgimento degli utenti deve essere realizzato in tutte le fasi del processo di sviluppo e funzionamento del LL (gli utenti non devono essere usati solo per testare prodotti/servizi già sviluppati).
2. metodo di lavoro e struttura organizzativa: – prevedere il coinvolgimento di attori e soggetti del mondo produttivo, del sistema della ricerca e del settore pubblico – definire chiare forme di collaborazione tra i diversi partner coinvolti nel LL – definire le modalità di gestione dei feedback degli utenti – definire la piattaforma tecnologica di supporto allo sviluppo e al funzionamento del LL – evidenziare il potenziale di crescita e di sostenibilità nel medio-lungo periodo del LL. (dal sito della Regione Piemonte)
I Living Lab in Europa e in Italia
L’esperienza dei Living Lab in Europa ha fatto emergere su tutte le possibili interpretazioni quella di promuovere una politica per stimolare e accelerare l’innovazione industriale e sociale attraverso la partecipazione diretta degli utenti nello sviluppo e nella validazione delle innovazioni. Un circolo virtuoso di governance basato sulla conoscenza e un modello a tre soggetti: il settore pubblico, il mondo della ricerca e il mercato. L’esperienza europea ha poi puntato molto sul mettere in rete le iniziative esistenti, costituendo l’European Network of Living Labs (EnoLL) per il coordinamento dei progetti in corso.
La Spagna è la nazione che ha dimostrato di credere maggiormente nel modello, e infatti ha 47 esperienze al suo attivo, seguita dalla Francia con 38 living labs. L’Italia si posiziona immediatamente dopo, terza in Europa, prima di Regno Unito, Finlandia, Germania e Portogallo, con 23 realtà di living labs, distribuite soprattutto al centro tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio.
In Italia prevale un modello di LL rivolto all’industria creativa e l’e-learning, ma ci sono anche molteplici esperienze legate alla mobilità urbana, forse anche per la diffusione dell’idea di smart city, e all’e-health e il mantenimento in buona salute. Nel nostro Paese, infine, è trainante il settore pubblico rispetto ai laboratori hi-tech e alle aziende Ict.
Ecco un elenco di alcune tra le più significative esperienze italiane.
Trentino as a Lab (TasLab) – la rete territoriale dell’innovazione in ambito ICT che promuove l’innovazione dei servizi della Pubblica Amministrazione trentina.
Territorial Living Lab per la Sicilia – applica l’approccio Living Lab alle politiche di sviluppo regionali.
Alcotra Innovation – il progetto per un piano di strategie transfrontaliere tra le Regioni Piemonte, Liguria e Val d’Aosta e le regioni Provence – Alpes- Côte d’Azur e Rhône Alpes
Il living lab di Regione Toscana – Rete Paas “Punto di Accesso Assistito ai Servizi e a internet”