Da oggi e fino al 6 febbraio, sono esposte nella Sala Marmi di Palazzo Civico, 30 opere di incisioni e disegni “Segni del ricordo”.
La mostra è un invito a considerare l’Olocausto non come un evento imprevedibile e circoscritto, un tragico incidente della storia, ma come una vicenda esemplare perché ciò che “è accaduto, può accadere ancora”.
Tutte le opere esposte partono da una profonda riflessione sull’immane tragedia dell’Olocausto e sul dovere morale di “mantenere viva la memoria affinché non si verifichi una nuova barbarie” come ricordava Primo Levi.
Di qui l’importanza della conservazione e della trasmissione della memoria per realizzare un futuro di pace.
Un buon numero di artisti ha posto l’accento sulla deportazione e sulla conseguente cancellazione dell’identità: l’uomo ridotto ad un numero, la vita nel lager, priva di ogni speranza di sopravvivenza e di riscatto.
Altri si sono soffermati in particolare sulla condizione delle donne e dei bambini, vittime innocenti ed inconsapevoli.
Altri ancora hanno ricordato come il silenzio su questa e su altre tragedie simili, ieri e oggi, sia una forma di complicità che permette il ripetersi di tali orrori.
Alla luce dei recenti avvenimenti pensiamo che la testimonianza contro la violenza, l’intolleranza, il fondamentalismo, sia un dovere morale.