di Mauro Marras
Con i suoi 1.958.237 metri quadrati di orti e aree agricole, Torino è forse la città che più di altre ha posto l’agricoltura come una risorsa, non soltanto economica, dei cittadini. Il valore sociale dell’orto urbano è evidenziato da un accresciuto interesse non più ricercabile soltanto nelle fasce anziane della popolazione, ma anche e soprattutto tra quelle giovanili. Un interesse dettato dal valore di incontro e scambio sociale, dal ritorno dell’attenzione verso una dimensione naturale e genuina dell’alimentazione, dal bisogno di recuperare una rapporto diretto con la natura e con la terra.
Le 24 attività agricole ancora esistenti in città sono un bene da conservare e valorizzare, a cui si affiancano i tanti orti urbani disponibili ai quali presto se ne aggiungeranno altri. Nell’arco di cinque anni la superficie dedicata agli orti in città è praticamente raddoppiata. Questo il quadro delle realizzazioni:
Orti urbani a Torino | |||
Anno di realizzazione | Localizzazione | Superficie | Totale |
2006 |
Via Venaria |
2350 |
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2006 |
Meisino |
6600 |
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2007 |
Strada dell’Arrivore |
24000 |
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2007 |
Sangone |
13000 |
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2009 |
Casino Barolo |
2780 |
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2010 |
Cascina Maletta |
3385 |
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52115 |
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2013 |
Hortus Conclusus |
1051 |
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2015 |
Piazza Manno |
1300 |
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2015 |
Petrella |
2000 |
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2016 |
Falchera |
25000 |
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2016 |
Cascina Piemonte |
23500 |
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Area Totale mq |
104966 |
“Oggi gli orti urbani sono circa 700, tra orti individuai e orti collettivi. Li abbiamo ricavati da aree urbane abbandonate, da spazi industriali riconvertiti, conquistando porzioni di suolo preziose. Le città consumano suolo e cibo, a noi amministratori il compito di valorizzare queste risorse chiedendoci come possiamo utilizzarle meglio. Ecco perché è all’attenzione del Consiglio comunale la proposta di inserire nello statuto della città il diritto al cibo adeguato”, ha detto oggi l’assessore Enzo Lavolta nella bella sede dell’Accademia dell’Agricoltura, in via Andrea Doria 10, nel corso di una conferenza stampa. “Non c’è in nessuna costituzione europea, eppure è un diritto primario l’avere un cibo sano, pulito e giusto”.
Il ritorno di attenzione, soprattutto da parte delle giovani generazioni, verso l’agricoltura, km zero, filiera corta, biologico ha riportato in auge l’orto urbano. A chiederli non sono più soltanto gli anziani, e cresce la ricerca di spazi più grandi sui qualilavorare colletivamebte.Oggi Ezio De Magistris, agronomo e progettista dell’Amministrazione comunale, ha illustrato gli orti urbani che saranno approntati nel nuovo parco in via di realizzazione, pronto entro il 2016: 120 orti individuali e 50 collettivi, per una superficie di 25mila metri quadrati.